giovedì 29 agosto 2013

Podalirio

Iphiclides podalirius (Linneaus 1758) nome comune Podalirio è una farfalla di grandi dimensioni ( mm.32-40).
Ha una livrea giallo pallida, a fasce trasversali bruno-nerastre, a forma di "V" dirette verso l'angolo dell'ala anteriore. In alcune varietà il colore di fondo può essere bianco e le fasce essere di un nero marcato. Le ali posteriori hanno delle macchie ocellate arancioni e azzurre e le code sono piuttosto allungate e scure. È una specie termofila con buona tendenza migratoria. Il volo avviene da marzo a settembre, nelle aree aperte e/o coltivate, ma provviste di copertura arboreo-arbustiva. La specie frequenta le foreste temperate e le pianure assolate fino a circa i 1700 m di quota, ma sta risentendo della rarefazione delle siepi in pianura. Diffusa in Europa, Africa settentrionale, Asia temperata e parte della Cina; in Italia è presente ovunque dalle zone di pianura a quelle montuose. Può avere 2-3 generazioni annue. Il bruco ha una forma che ricorda una piccola limaccia, ha il corpo verde con linee gialle ed è spesso macchiato di rosso.
Si sviluppa a spese di specie arbustive e Rosaceae come Prunus spinosa e Crataegus monogyna. (foto Angelo Gilotti testo Gianluca Doremi)


martedì 4 giugno 2013

Timarcha tenebricosa


La Timarcha tenebricosa è il più grosso crisomelide europeo. Ha forma bombata e colorazione nera, la sua particolarità è che in caso di attacco rilascia dalla bocca (ma anche dalle zampe) un'emolinfa di colore arancione molto sgradita  ai predatori, questo fenomeno chiamato "sanguinamento riflesso" è comune ad altri insetti non volatori, questa sua caratteristica viene rimarcata nel nome comune anglosassone: bloody-nosed beetle. La Timarca ha perso la capacità di volo in quanto ha le elitre saldate. Questo coleottero ha abitudini notturne e si ciba di vegetali, di giorno si nasconde sotto pietre o legni ed è difficile vederlo. Il maschio è riconoscibile per la presenza sulle zampe anteriori di una sorta di disco adesivo che gli permette di aderire al dorso della femmina durante l'accoppiamento.
  

lunedì 3 giugno 2013

Notonetta

La notonetta è un eterottero acquatico che si trova solitamente in acque stagnanti ed è caratteristica perché nuota in superficie con il ventre rivolto verso l'alto (praticamente nuota a dorso), infatti gli anglosassoni classificano questi insetti come backswimmers. Quando si immergono sfruttano le bolle d'aria che si accumulano sulla loro peluria e riescono a stare in immersione anche per 15 minuti. La loro densità è inferiore a quella dell'acqua, per questo motivo quando sono immerse e non nuotano, devono attaccarsi a qualche appiglio per non riemergere. Sono dei predatori che si nutrono di larve di zanzara e di altri insetti. Se importunati possono pungere causando una puntura abbastanza dolorosa. Se tolta dal suo ambiente naturale comincia a dimenarsi freneticamente e può spiccare il volo alla ricerca di uno specchio d'acqua.
In oriente sono usati nell'alimentazione umana come succedaneo dei gamberetti, nei fritti misti e come condimento per il riso e altre pietanze.

venerdì 31 maggio 2013

Araneus diadematus (CLERCK, 1757)

Il ragno crociato è un aracnide molto comune in Italia, la sua caratteristica è una croce chiara che spicca sul dorso marrone (a cui si deve il suo nome popolare). L'Araneus è un animaletto molto timido che raramente si impegna in combattimenti, pur essendo dotato di un morso capace di provocare un lieve arrossamento nell'uomo, ma senza altre conseguenze di rilievo. La sua ragnatela è il posto dove trascorre la maggior parte del suo tempo in attesa che una preda rimanga imprigionata.

La ragnatela è posta solitamente tra i rami o tra rocce, una volta che la malcapitata preda urta contro la trappola il ragno crociato avverte le vibrazioni e si precipita a immobilizzare l'insetto con un bozzolo di ragnatela. Durante la notte l'Araneus divora il bozzolo di ragnatela (con la preda imprigionata all'interno) recuperando le proteine per tessere nuova ragnatela per il giorno successivo. Questo ragno non è molto grande, ma talvolta raggiunge i 2-3 cm.

sabato 25 maggio 2013

Discoglossus pictus (OTTH 1837)


Oggi, pulendo una vasca di raccolta di acque piovane, ha fatto capolino questo simpatico e caratteristico anfibio. Nonostante le apparenze non è una rana, ma un anfibio appartenente alla famiglia dei discoglossidi (o Alytidi). Il suo nome è discoglosso dipinto ed è stato descritto e classificato da Otth nel 1837, il suo areale comprende la Sicilia, il nord Africa, la penisola iberica, la Francia meridionale e Malta, mentre risulta assente in Italia peninsulare e Sardegna. Il nome deriva dal fatto che possiede una lingua a forma di piatto saldamente attaccata alla bocca che non viene estroflessa come in molti altri anuri. Per catturare le prede (piccoli invertebrati acquatici e terrestri) le afferra con le mascelle. Il suo ambiente naturale è costituito da piccoli specchi d'acqua stagna, si adatta quindi benissimo a vivere in gebbie, laghetti, stagni e all'occasione anche piscine. La pelle è liscia, provvista di tubercoli e da una serie di verruche di forma allungata che lateralmente si dispongono con un certo allineamento. Il colore è variabile in funzione dell'ambiente, ma generalmente il colore di fondo varia dal verde oliva, al grigio fino al bruno-rossastro. Sul colore di sfondo sono disposte una serie di macchie scure di colore bruno verdastro. Tra gli occhi è sempre presente una striscia chiara. Le zampe posteriori sono palmate a differenza di quelle anteriori che non hanno questa caratteristica.
Nel loro ambiente naturale le femmine depongono, in un lasso di tempo compreso tra due e dieci giorni, da trecento a mille uova, di preferenza sul fondo roccioso dove i maschi vanno poi a fecondarle. I girini sono di colore scuro con la coda solitamente più chiara e gli occhi posti superiormente. Grazie alla sua facilità nella riproduzione in cattività è stato spesso, per sua sfortuna, utilizzato come cavia da laboratorio. Quando viene catturato secerne una sostanza che può essere tossica per animali di piccola taglia. La lunghezza di questo piccolo anfibio è compresa tra i 7 e 10 cm con gli esemplari maschi tendenzialmente più grandi delle femmine. In Sardegna vive un'altra specie di discoglosso, il discoglossus sardus che si differenzia esclusivamente per la larghezza maggiore della testa. Una curiosità è che tollerano molto bene le elevate salinità tanto da poter vivere anche in acque salmastre.



sabato 18 maggio 2013

C'è vita nel compost...

Quando apriamo la compostiera ci appaiano migliaia di animaletti intenti a sminuzzare, triturare e decomporre tutto quello che trovano a portata di mandibola. La maggior parte di quelli che si vedono sono isopodi, ma le specie presenti possono essere centinaia (collemboli, forbicine, lombrichi ecc.).  Se il materiale possiede la necessaria porosità e le giuste caratteristiche di umidità e aerazione, l'attività febbrile si estende anche agli strati sottostanti coinvolgendo l'intera massa della sostanza. Congiuntamente operano i microrganismi come i batteri, i funghi, gli attinomiceti, i protozoi e i rotiferi, ma la maggior parte non si vede. I funghi sono tra i pochi microrganismi che testimoniano la loro presenza con le ife. La sinergia tra tutti questi organismi viventi ci regala l'umificazione della sostanza organica e restituisce fertilità e struttura ai terreni.

martedì 14 maggio 2013

Ameles spallanzania (ROSSI, 1792)

La mantide di Spallanzani è una piccola mantide abbastanza rara con habitat in Europa del Sud e Nord Africa. Le dimensioni sono comprese tra 1 e 3 cm con uno spiccato dimorfismo sessuale che si esplica nella presenza di ali nei maschi (ridotte a vestigia nelle femmine) e nel caratteristico addome ricurvo verso l'alto delle femmine. La colorazione va dal verde al grigio fino al marrone. Il corpo è corto e squadrato con un paio di zampe anteriori corte e robuste e le zampe posteriori grandi e allungate. A differenza della Mantis religiosa in questa specie non si osservano fenomeni di cannibalismo durante l'accoppiamento. Predilige le zone aride ed è un attivissimo predatore di altri insetti, non disdegnando anche esemplari della stessa specie. In Africa è ritenuto un animale nobile e per questo è spesso oggetto di culto. Quando è attaccata allarga le robuste zampe anteriori per simulare una taglia maggiore di quella reale.  L'esemplare fotografato è una femmina.




domenica 5 maggio 2013

Farfalla egeria


Natura in giardino. Pararge aegeria (Linnaeus, 1758) Egeria. E' una farfalla di medie dimensioni con colore di fondo bruno scuro con numerosi disegni scuri a scacchiera e macchie fulve o bianche, presentra una serie di occelli pupillati sull'ala posteriori. Superiormente, le ali anteriori presentano un piccolo ocello apicale, le posteriori tre ocelli forniti di pupilla. Le parti inferiori hanno disegni confusi su di un fondo giallo-verdastro. Sessi simili, a parte la vistosa macchia androconiale dei maschi.
Specie comune , particolarmente legata ad ambienti ombrosi o umidi, come prati prospicienti a bacini lacustri. Bivoltolina, sfarfallamenti della prima generazione tra marzo e giugno, della seconda generazione tra agosto e settembre: sverna come larva o pupa. Di volo veloce, rimane spesso nella penombra posandosi frequentemente al suolo, su rocce e su fronde. Il bruco è verde-giallastro con una banda medio-dorsale verde-scura e due appendici anali bianche. Le crisalidi sono di tipo sospeso.
Testo Gianluca Doremi - Foto Angelo Gilotti
 

domenica 21 aprile 2013

Scarabeo rinoceronte

Natura in giardino. Il Copris lunaris (foto sopra) è una sottospecie dello scarabeo rinoceronte (Oryctes nasicornis) ed è un insetto appartenente alla superfamiglia degli scarabeidi e alla famiglia Copridaeae. Questo coleottero può raggiungere i 2-3 cm di lunghezza ed è caratterizzato da uno spiccato dimorfismo sessuale: i maschi sono dotati di un corno cefalico rivolto all'indietro , mentre le femmine hanno solo un piccolo tubercolo appuntito. Le elitre (ali sclerotizzate) sono di colore nero brillante con delle fasce longitudinali. Nell'Oryctes nasicornis (foto sotto un'esemplare femmina) le elitre sono lisce e di colore marrone-rossastro, mentre il torace e capo sono leggermente più scuri.
 Il Copris lunaris è un insetto coprofago che non modella le classiche palline di escrementi, ma scava gallerie verticali a sezione circolare in prossimità di esse. Le gallerie sono profonde anche 30 cm e terminano con una camera nella quale la femmina accumula il materiale stercorale necessario al nutrimento delle larve.
 La cosa molto interessante è che a differenza degli altri scarabei, questa sottospecie accudisce le larve finché non si allontanano dalle gallerie dove sono state deposte le uova

martedì 9 aprile 2013

Scolopendra cingulata


Natura selvaggia in giardino. La Scolopendra cingulata è un artropode della classe dei chilopodi ed è distribuita lungo tutta la regione mediterranea compresa l'Africa. Si presenta solitamente di un colore brunastro, con la testa e l'ultimo segmento del tronco di colore rosso. Le sue dimensioni arrivano a 10–15 cm di lunghezza e si nutre di insetti e altri invertebrati. La scolopendra cingolata è una specie non pericolosa per l’uomo, ma  se avverte un pericolo può mordere causando dolore e arrossamento della parte. Durante il giorno la scolopendra si rifugia in luoghi umidi e scuri, di notte va a caccia di altri invertebrati, ma le specie più grandi arrivano a nutrirsi di piccoli roditori e lucertole. Questo animale ha un’indole solitaria e non sopporta la presenza dei suoi simili con i quali ingaggia combattimenti spesso mortali. L'esemplare in foto è lunga 10 cm ed è ospite del mio giardino...

sabato 23 marzo 2013

ape bottinatrice

Oggi in giardino c'erano centinaia di api intente nella raccolta del polline. Che spettacolo!
Ape bottinatrice con le cestelle piene

Il polline è semplicemente raccolto dalle api sui fiori e costituisce la fonte proteica, insostituibile, della loro alimentazione, nonché la materia prima con cui le nutrici producono la pappa reale per le pupe e per la regina. 

L’ape bottinatrice raccogliendo il nettare per produrre miele, esce dai fiori sporca di polline che s’incastra tra i peli del suo corpo, come fosse una piccola spazzola. Tra un volo e l’altro, l’ape si ripulisce, convogliando nella superficie addominale il polline di cui e’ cosparsa poi, umidificandolo e impastandolo, forma delle piccole palline, dall’aspetto granuloso e dotate di un guscio esterno molto resistente, che deposita nelle cestelle, piccole tasche presenti sulle zampe posteriori (in foto sono di colore arancione). Una volta tornata nell’alveare, l’ape deposita il polline in apposite celle, pronto per essere consumato o conservato per il fabbisogno della famiglia. Per maggiori informazioni vi segnalo il sito della conapi

mercoledì 20 marzo 2013

Mini-serra da bottiglie di plastica

Dopo due piantumazioni di insalata andate a sfamare una moltitudine di limacce e lumache (totale 60 piante di lattuga!), ho deciso di adottare un metodo radicale ma pacifista. Ho tagliato in due una bottiglia di plastica e con la parte superiore ho fatto una mini-serra per proteggere le piantine sia dal freddo sia dal famelico appetito dei gasteropodi. Svitando il tappo si può innaffiare la pianta, un paio di piccoli forellini favoriscono la traspirazione. L'evoluzione del metodo consiste nel tagliare la bottiglia in modo da ricavare un cilindro aperto dai due lati. In uno dei due lati si fissa con la colla a caldo un pezzo di zanzariera e si infila nel terreno in corrispondenza della pianta. Il lato superiore, protetto dalla zanzariera consente l'innaffiamento e la penetrazione della luce, impedendo allo stesso tempo l'ingresso delle lumache. Quando la pianta avrà raggiunto dimensioni tali da poter assorbire meglio gli attacchi delle lumache possiamo togliere la mini-serra o sostituirla con una più grande (bottiglioni in plastica da 3 - 5 litri).
mini serra con bottiglia di coca cola


sabato 2 marzo 2013

Colubro leopardino

Zamenis situla
Esemplare di colubro leopardino fotografato nel giardino di casa mia! Il nome scientifico è Zamenis situla e fa  parte della famiglia dei colubridi. I maschi possono essere lunghi fino a circa 100 cm, ma raramente superano gli 80. Le femmine raggiungono lunghezze maggiori (fino a 120 cm:), l'esemplare che ho fotografato è sicuramente una femmina in quanto la lunghezza stimata è di gran lunga superiore al metro. È un serpente dalla corporatura slanciata e con un disegno tipico che lo rende difficilmente confondibile con altre specie.
Il capo è stretto e slanciato, l'occhio ha la pupilla rotonda e iride arancio. Il disegno caratteristico della specie consiste in una fila di macchie da marrone a rosso bordate di nero sul dorso e una (o, più raramente, due) fila di macchie scure sui fianchi. Si nutre di topi e lucertole, si trova nel bacino del mediterraneo. In Italia è presente nelle regioni meridionali. Il colubro leopardino non è un serpente aggressivo ed è una specie protetta dalla convenzione di Berna e da diverse leggi locali.

sabato 23 febbraio 2013

Fiore di rucola

Per estrema pigrizia ho lasciato che la rucola seminata nel mio orto fiorisse. Il risultato è l'apparizione di un fiore di rara bellezza. Sinceramente non sapevo che la rucola producesse un fiore così spettacolare.
Come si vede in foto, i fiori sono costituiti da 4 petali bianchi solcati da delle splendide venatura viola con gli stami che si protendono verso l'esterno del fiore. Visto che ci siamo, approfondisco la conoscenza di questa pianta erbacea che in gergo scientifico si chiama  Eruca sativa. Il fusto è eretto alto fino a 50 cm con foglie  lanceolate di colore verde che partono da fusti glabri ramificati. L'odore è caratteristico e il sapore è acidulo-piccante. Il sapore è più attenuato nella pianta giovane e prende sempre più corpo con l'avanzare del tempo. Pochi sanno che anche i fiori sono eduli e vengono consumati in insalata, fate attenzione però perché sono molto piccanti. Un tempo la rucola era più apprezzata come medicina naturale che per l'alimentazione, infatti questa erba è ricca di vitamina C e sali minerali, presenta valide proprietà antiscorbutiche, inoltre stimola l'appetito, favorisce la digestione, risulta benefica per il fegato e combatte la presenza di gas nell'intestino. Dal punto di vista culinario si usa cruda in aggiunta alle insalate (o anche da sola) o cotta per dare un sapore maggiore alle altre verdure. La coltivazione è semplicissima, si può seminare per quasi tutto l'anno (ad eccezione dell'inverno), sia in vaso sia in piena terra. Basta innaffiare con una certa regolarità e raccogliere poche foglie per volta in modo da favorire il ricaccio.



mercoledì 13 febbraio 2013

Favo

Meravigliosa natura! In foto un favo trovato nel mio giardino. Questa struttura è costruita dalle api per proteggere le larve e per immagazzinare il miele e il polline. Quando spesso si sente di materiali costruiti a nido d'ape ci si riferisce proprio a questa struttura a celle esagonali che conferisce particolare resistenza alle strutture. Copiare la natura è il modo migliore di fare le cose senza sbagliare...

lunedì 21 gennaio 2013

Primo uovo

Dopo 6 mesi di mantenimento a sbafo, la gallina ha deciso che era venuto il momento di ricominciare a lavorare seriamente sulla produzione di uova. Ecco il primo uovo deposto il 18 gennaio. In rapida successione ne ha deposto un altro: grazie Cocca.